I CUNICOLI DELL’ANFITEATRO
Nell’Area Archeologica di Trebula Mutuesca, dall’anfiteatro e dalla strada basolata che lo serviva, è possibile vedere due pozzi di accesso ai condotti fognanti dell’anfiteatro e uno stretto ingresso di un altro cunicolo idraulico, un collettore di raccolta.
Nell’agosto del 2000 è stato esplorato e rilevato il sistema idrico sotterraneo dell’anfiteatro. In collaborazione con la Soprintendenza competente infatti il Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio ha operato rimuovendo dapprima i detriti dai pozzi e successivamente esplorando i cunicoli, ancora attivi.
I pozzi sono tutt’ora visibili nel piano di calpestio dei sotterranei dell’arena e sono profondi più di 6 metri. Sono i pozzi di areazione e di ispezione di un cunicolo idraulico sotterraneo come suggeriscono le strette fessure costruite nelle pareti del pozzo, chiamate pedarole, che consentono una più facile salita e discesa degli addetti nel pozzo verticale. I due pozzi sono collegati tra loro da un cunicolo che è il condotto fognario dell’anfiteatro. Questo è alto 1,36m e largo 55cm, ed è coperto a tetto con due tegole contrapposte, un sistema di copertura detto a cappuccina.
In corrispondenza di uno dei due pozzi, quello che si apre nel corridoio che porta alla galleria sotterranea dell’arena, dà accesso ad un ambiente rettangolare completamente sotterraneo da cui diparte un ulteriore cunicolo, più profondo del precedente, che è stato solo in parte esplorato per la presenza di un consistente deposito fangoso che l’ha quasi completamente ostruito.
Lungo il lato lungo dell’anfiteatro, con un andamento curvilineo che segue l’anello esterno della cavea, corre sotterraneo un collettore anulare. In questo sistema articolato di cunicoli lo staff del Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio ha potuto accedere attraverso una stretta apertura in prossimità del basolato romano. Il cunicolo è stato esplorato per soli 55m perché una frana in prossimità di un pozzo ostruito non permette di procedere oltre. Anche questo condotto ha una copertura a cappuccina, ma le pareti sono costruite in opera mista. A questo si collega ancora un altro cunicolo non esplorato.
L’intero sistema si configura come un complesso sistema di scarico delle acque, articolato su cunicoli con una serie di piccoli salti di quota (docce) e inghiottitoi verticali per spezzare la corsa dell’acqua. Fu costruito per far confluire una grossa quantità di acqua nel collettore principale e smaltire in questo modo le acque di scarico.
IL CUNICOLO DELLE TERME
Nell’Area Archeologica di Trebula Mutuesca, in corrispondenza della scarpata che costeggia l’attuale campo sportivo ad ovest, in località Pantano, è visibile un tratto di un cunicolo idraulico. L’apertura, che corrisponde ad una rottura di epoca recente del cunicolo, ha permesso al Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio nel 1988 di effettuarne una prima esplorazione e una successiva documentazione grafica e fotografica.
Il condotto è largo 50cm ed è alto 1,70m ed è completamente rivestito di cocciopesto. È possibile percorrerlo solo per un breve tratto a causa di una frana che ne chiude la luce. Il cunicolo è lungo 26m ed è interrotto dalla frana in prossimità della strada comunale in corrispondenza di un pozzo ostruito. Qui sono stati recuperati numerosi frammenti fittili di età romana.
L’elemento più caratterizzante è la sua forte pendenza. Con una inclinazione del 20% in direzione del Pantano infatti il cunicolo era probabilmente parte del complesso sistema idraulico a servizio delle terme pubbliche. La forte pendenza era progettata per facilitare lo scarico di una grande quantità di acqua. Dai rilievi effettuati è possibile ricostruire il percorso del cunicolo e ipotizzare che fosse a servizio delle terme pubbliche individuate nel 1958 a Monteleone Sabino.